ECCE ITALIA
TARANTO LIBERA
Gli uomini non si uniscono per volersi bene di più,
ma per garantirsi contro il rischio di vivere.
Se pretendiamo per mezzo dello Stato o della Chiesa
di garantirci contro i rischi,
un uomo non è più un uomo, ma un gregario.
Don Primo Mazzolari
Per quanto visto e conosciuto a Taranto la scorsa settimana diamo la parola a Etty Hillesum, ed altri testimoni di questo tempo (più sotto), riportata al 28 dicembre sull’Agenda 2013 di PeaceLink "giorni nonviolenti":
Vorrei scrivere parole che siano organicamente inserite in un gran silenzio. E non parole che esistano solo per coprirlo e disperderlo.
C’è un dio minore che ha fatto molta beneficienza a Taranto, beneficiandone, e che cerca di sopravvivere. È piccolo, sciatto, discreto, privilegia l'anonimato, ha goduto di tanta benevolenza razziando una città e il suo territorio, la sua gente, la sua storia antica e la sua dignità. Si è comprato tutto e quasi tutti: amministrazioni, partiti, vicini e lontani, sindacati, chiesa.
Tra le tante vicende oscure di cui è diventato protagonista, accenniamo a quella riportata in un articolo de Linkiesta che ha visto scorrere tanti soldi dalla proprietà dell’Ilva al circolo Vaccarella (che gestiva il dopolavoro dell’Italsider), diventato Onlus nel 1996, con l’attuale presidente Donato Stefanelli, segretario generale della Fiom Cgil.
Emblematicamente conflittuali le sue allusioni a un «sindacato [che] deve fare il suo mestiere. Stare con i lavoratori”, aggiungendo che chi non condivide il suo genere di “contrattazioni “ si fa portavoce di “atti di violenza”, non accettando il “dialogo democratico”.
Ai tempi di Italsider, il circolo Vaccarella gestiva una masseria con palestra, ristorante e circolo del tennis. Con l'avvento del privato, Ilva ha generosamente finanziato il sindacato con fior fior di miliardi (delle vecchie lire), presumibilmente per continuare a gestire le attività dopolavorative degli operai.
Nel primo, secondo, terzo, quarto e quinto anno rispettivamente con 1,4 MD, 1,3 MD, 1,2 MD, 1,1 MD, 1 MD; dal sesto anno e per ogni anno 850 ML. Finora una decina di milioni di euro circa.
Sul "Verbale di intesa" tra azienda e sindacati - di cui proponiamo la lettura: pag. 1 e pag. 2 - sono descritte le intese e le somme. In 16 anni di gestione, il sindacato non ha mai organizzato nulla per i lavoratori.
“Taranto libera” ha accompagnato la manifestazione di sabato 15 dicembre che ha visto una partecipazione senza uguali, nei giorni in cui il governo perfezionava per approvare a larga maggioranza il decreto “salva Ilva”. Equivale a dire che salvare Taranto non rientra nelle aspirazioni della politica nazionale.
Diceva Paolo Borsellino, riportato al 26 novembre dell’agenda di PeaceLink:
Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra, o si mettono d’accordo.
Solo la gente di Taranto e l'amore per la sua terra potranno restituirle e restituire all’Italia dignità, cittadinanza e diritto di vivere. Tra la gente della bella e martoriata Taranto ci sono tanti "Cittadini lavoratori liberi e pensanti" che lavorano all'Ilva e in altre attività produttive. Uomini e donne, innanzitutto, che credono nella giustizia spendendosi quotidianamente e dignitosamente.
Leggiamo, ancora sull'agenda di PeaceLink, al 10, 14 e 20 giugno:
La protesta contro l’ingiustizia e la menzogna è un dovere che ha qualcosa di fatale. Si agisce per difendere l’antica dignità dell’”essere” (Ignazio Silone).
La forza non deriva dalla capacità fisica. Essa deriva da una volontà indomabile (M. K. Gandhi).
In una battaglia vince colui che ha fermamente deciso di vincere. Non è importante il posto che occupiamo, ma la direzione in cui stiamo andando (Leone Tolstoj).
Riportiamo la cronaca della manifestazione di Lidia Giannotti dal sito di PeaceLink, spezzoni dai quotidiani locali ed alcune immagini.
Redazione Ecce Terra
Trento, 21 dicembre 2012
Imponente manifestazione a Taranto contro il decreto Salva-Ilva
PeaceLink – Lidia Giannotti, 18 dicembre 2012
Cos’altro deve fare questa città?
Corriere del Giorno – Pierpaolo D’Auria Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., 16 dicembre 2012
Cosa altro deve fare questa città per far capire che nessuno può permettersi il lusso di giocare con la vita delle persone? Che cosa altro devono fare i tanti bambini che nascono, se gli va bene, già con ogni tipo di allergia a tormentarli, se gli va male con un marchio indelebilmente impresso. Cosa altro serve per far capire che i tarantini non sono cataste di acciaio che aspettano di essere dissequestrate perché così deve essere altrimenti l’economia italiana va a scatafascio più di quanto non sta facendo?
Il grido “Taranto libera” ieri ha scosso le coscienze di tutti. Basterà a far capire che, forse, occorre il coraggio di mettere in fila i diritti costituzionalmente garantiti dando loro una precisa classifica che non può non vedere al primo posto la salute? Perché anche la salute contribuisce a far salire il pil di una nazione e a far tornare il sorriso sui volti dei bambini di Taranto
Un solo grido: «Taranto libera»
Migliaia di cittadini ieri sera in piazza contro il decreto “salva Ilva” e per la tutela della salute
Corriere del Giorno – Angelo Di Leo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., 16 dicembre 2012
In questi casi i numeri non contano. Dieci, quindici, ventimila… che importa! Ognuno dà i suoi e tutti, puntualmente, sbagliano i conti. Perché ieri sera, da piazza a piazza, da rione Italia al Borgo, lungo un percorso inedito e tortuoso, i tarantini hanno gridato la loro voglia di “libertà”.
Corriere del Giorno – Alessia Gira, 16 dicembre 2012
Corriere del Giorno – M.P., 16 dicembre 2012
L'urlo dei diecimila (prima)
In corteo contro il decreto “salva Ilva”: «A noi ci ammazza l’Aia»
Nuovo Quotidiano di Puglia / Taranto – Frascella e Pignatelli, 16 dicembre 2012
La città va in strada «Ora basta abusi»
Nuovo Quotidiano di Puglia.it / Taranto – Alessio Pignatelli, 16 dicembre 2012
Ilva, diecimila persone in corteo
«Ma quali Maya, ci ammazza l'Aia»
Nuovo Quotidiano di Puglia.it / Taranto - Alessio Pignatelli, 16 dicembre 2012
Ilva: 'Taranto Libera', migliaia di tarantini in marcia. C'è anche Apecar
Giornale di Puglia, 16 dicembre 2012
Immagini
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Le foto storiche provengono dal DVD di Cataldo Ranieri “Taranto com’eri”.
Clicca sulla prima immagine e ascolta "Taranto libera"
2-3-4. Fotografie della manifestazione di Luciano Manna
6. Ponte girevole e Castello Aragonese
11. Discesa del Vasto e via Garibaldi
12. Via Garibaldi e Città vecchia
13. Discesa del Vasto. Particolare incisione del 1826
14. Corso Vittorio Emanuele II, a ovest di Taranto
17. Via Garibaldi, ex mercato del pesce
18. Vista verso nord, da via Garibaldi
19. Piazza Fontana
21. Scorcio Città vecchia
22. Rosone chiesa di San Domenico (1300)
25. Guardando "Taranto com'eri", al mercato in piazza dell'Immacolata
26. Piazza Archita, sede del concerto dopo la manifestazione. Particolare monumento ai caduti
27. Indicazione quartiere Tamburi
32. Piazza del Municipio. Colonne superstiti del Tempio Dorico di Hera (VI sec. A.C.)
33. Resti di acquedotto romano sulla provinciale Taranto-Statte
34-35. Verso tramonti e albe a Taranto e Cittadella (PD)